SOS:GUERRA
L’esposizione continua alle notizie relative alla guerra da parte dei mass media può minare il senso di certezza dei bambini e produrre sentimenti di impotenza di fronte ad eventi così imprevedibili e minacciosi.
È importante non chiudersi nel silenzio e nella negazione di ciò che sta accadendo, ma aiutare i bambini a sentirsi liberi di fare domande e dare loro risposte il più coerenti possibili.
La guerra è un evento che porta con sé memorie traumatiche antiche. Ognuno di noi è stato depositario di narrativa molto dolorose delle precedenti guerre.
Sappiamo che i bambini nei momenti di instabilità, osservano i comportamenti degli adulti, e cercano di capire come va il mondo.
Le emozioni che proviamo non possono essere negate, dobbiamo trovare un modo per poterle esprimere e condividere.
Tutto ciò che i bambini non dicono lo mostrano con i loro comportamenti, con il gioco, con i piccoli sintomi somatici: mal di pancia, mal di testa e stanchezza eccessiva. Possono avere maggiore difficoltà a separarsi dagli adulti di riferimento. Possono comparire difficoltà di concentrazione a scuola e di conseguenza avere un temporaneo calo del rendimento scolastico.
Il gioco tra bambini potrebbe avere come tematica la guerra o potrebbero fare dei giochi più violenti tra di loro.
Le più comuni reazioni dopo un evento stressante sono: giochi ripetitivi, angoscia, comportamenti aggressivi, difficoltà a concentrarsi, incubi e disturbi del sonno, sintomi somatici, pianto per motivi banali, ansia da separazione, irritazione e rabbia, difficoltà a parlare di ciò che accade.
Gli adulti spesso sono preoccupati quando i bambini cominciano a fare delle domande e molto spesso evitano queste occasioni. Aiutiamo, invece, i bambini a chiedere quello che vogliono sapere.
È bene selezionare cosa fargli vedere e cosa per la loro età è meglio evitare, gli adulti quindi hanno un importante funzione di “filtro”.
È importante che i bambini se provano preoccupazione, possano ricorrere agli adulti per avere un abbraccio o una coccola, che li faccia sentire accolti.
Quando i bambini non vengono informati si fanno un’idea delle cose ancor più drammatica, perché vanno a ricoprire il vuoto delle informazioni con la loro fantasia.
È importante dire la verità in proporzione all’età e al livello di comprensione del bambino, non banalizziamo.
I bambini tendono a fare più volte le stesse domande e noi più volte dobbiamo dare la stessa risposta, questo accade perché i bambini fanno fatica ad integrare e memorizzare nel cervello contenuti dolorosi.
Quando parliamo con i bambini è molto importante la vicinanza fisica e il mantenere la loro altezza, abbassiamoci o poniamoli sulle nostre gambe.
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