L’odissea dei genitori adottivi

Il rapporto che si viene a costruire tra l’adottato e l’adottante è influenzato da diversi fattori: l’età del bambino al momento dell’adozione, la possibilità che il bambino nel passato abbia fatto esperienza di possibili maltrattamenti e abusi, la storia familiare dell’adulto che adotta.

È bene sapere che i bambini adottati continuano ad utilizzare nelle relazioni con la nuova famiglia le modalità comportamentali disfunzionali (meglio chiamate: stile di attaccamento) apprese nella famiglia d’origine. Questo avviene anche se il contesto in cui il bambino si trova ora è un ambiente accogliente e sereno. Ciò può creare delle difficoltà nella nuova famiglia in fase di costruzione.

Di fronte a queste modalità relazionali del bambino, che sono difficilmente modificabili, occorre armarsi di molta pazienza e fornire al bambino: un contatto fisico ed emotivo, una sintonizzazione emotiva (cioè comprendere e rispondere ai bisogni del bambino), un ambiente sicuro e mettere in atto un gioco esplorativo (giocare insieme al proprio figlio).

I primi momenti che seguono l’entrata del bambino nel nuovo nucleo familiare possono comportare diverse problematiche.
Un’aspettativa comune in molti genitori adottivi è che il bambino li ami a prescindere, invece all’inizio è normale che ci si trovi a vivere una condizione di reciproca estraneità, bisogna concedersi del tempo per conoscersi.

I genitori si dovranno confrontare con un bambino diverso dall’immaginato.

La vita quotidiana con il bambino porta i genitori a fare i conti con una trasformazione della coppia stessa e questo potrebbe implicare delle difficoltà di comunicazione, un confronto tra diversi stili educativi o idee di educazione, una fatica nel ricreare un nuovo equilibrio familiare.
L’atteggiamento aggressivo o ostile del bambino nei confronti del genitore nasconde il tentativo di testare la tenuta della nuova relazione (Ci saranno sempre per me?).

Compito fondamentale dei genitori adottivi è quello di narrare al bambino la sua storia, ciò permette al bambino di comprendere meglio questa nuova fase della sua vita e permette di creare le sue radici e le basi per la costruzione della sua identità (Non si può diventare un albero senza buone radici).

Questa narrazione permetterà al bambino di entrare in contatto con le sue emozioni e di sentirsi più al sicuro.

Diventare genitore adottivo è un’avventura ricca di soddisfazioni e gioie, ma anche di momenti di difficoltà, paure e frustrazioni.

È importante ricordare che la maggior parte dei bambini destinati all’adozione è sopravvissuto a un iter costellato da grandi difficoltà, hanno avuto genitori trascuranti, ma che nonostante tutto il cervello umano ha delle grandi capacità di elaborazione degli eventi disturbanti e che si può riparare i traumi subiti.

È importante non aver paura di chiedere aiuto di fronte alle difficoltà e avviare un percorso di sostegno alla genitorialità, che ci può permettere di meglio comprendere il mondo interiore del bambino adottato e affinare le competenze genitoriali.